Qualche giorno fa è scoppiato il caso “La sfida delle mamme“; si tratta di una catena che ha invaso il social network Facebook e che sta spopolando tra gli utenti. La Polizia di Stato, però, mette in allerta i genitori dei più piccoli.
In cosa consiste
Questa cosiddetta “Sfida delle mamme” consiste nel postare tre foto dei propri figli e a nominare poi un’altra mamma che faccia la stessa cosa… Il tutto è presentato come un’iniziativa carina che permette alle mamme di dimostrare il proprio amore ai figli. Qual è quindi l’inghippo? Il problema di fondo di questa cosa è nel giro di pochi giorni vengono messe su Facebook (e quindi su Internet) tantissime foto di bambini.
Ecco il testo esatto che viene condiviso sulle varie bacheche:
Sono stata nominata da “Nome_di_una_amica” per postare 3 foto che mi rendano felice di essere mamma. Scelgo alcune donne che ritengo siano grandi madri. Se sei una madre che ho scelto copia questo testo inserisci le tue foto e scegli le grandi madri (e poi chiaramente vengono fatti i nomi delle proprie amiche mamme).
L’allerta della polizia
La Polizia di Stato si è subito interessata a questo “gioco” che è nato sul Social Network, e si è subita pronunciata in merito così:
Tornate in voi; se i vostri figli sono la cosa più cara al mondo, non divulgate le loro foto in Internet. O quantomeno, abbiate un minimo di rispetto per il loro diritto di scegliere, quando saranno maggiorenni, quale parte della propria vita privata condividere. Considerate che oltre la metà delle foto contenute nei siti pedopornografici provengono dalle foto condivise da voi.
Personalmente condivido appieno il messaggio della Polizia di Stato, dato che purtroppo queste catene possono essere addirittura create appositamente da persone malate (pedofili) per avere foto di bambini con relativi nomi, cognomi e anche (ahimè) indirizzi.
Cosa fare
Purtroppo, o per fortuna, su Facebook chiunque (rispettando le regole di base) può mettere quello che vuole: da foto molto personali a foto di propri familiari, e, come in questo caso, anche foto dei propri bambini. Quindi l’unica cosa che si può fare è cercare di sensibilizzare più persone (mamme) possibili, affinché capiscano che un gioco innocente come questo può trasformarsi in un dramma!
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